Intervista al perito orato
L’intervista di Cusano Italia TV a Giovanni Pallotta,
maestro orafo incastonatore
Giovanni Pallotta apprende le basi e le tecniche dell’arte orafa attraverso regolari corsi professionali per poi perfezionarsi nelle migliori scuole italiane come Valenza, Arezzo e Roma. Attualmente, grazie alla sua esperienza trentennale nel campo orafo, è membro del C.P.I (Collegio Periti Italiani) preposto a effettuare perizie con valenza legale su gioielli antichi e moderni.
Tu sei nato ad Abidjan, in Costa D’Avorio, e quarant’anni fa sei approdato con la tua famiglia a Roma. Possiamo dire che a nessuno meglio di te corrisponda il titolo di questa trasmissione: “L’Emigrante”?
Direi proprio di sì, con delle emozioni e dei ricordi di un’infanzia passata con giocattoli rimediati e costruiti da mio padre, vista l’inesistenza dell’avanzamento economico che in quel periodo si stava vivendo in Italia. Eppure, sono contento di come ho trascorso quegli anni con feste tra amici, sempre italiani che vivevano lì, attraverso giochi semplici a contatto con la terra.
Dopo tanti anni di Africa, che ricordi ti ha lasciato il tuo primo impatto con Roma, che per te bambino rappresentava sicuramente una sorta di nuovo mondo?
Le pubblicità cartellonistica italiane, il verde della zona in cui siamo approdati (Casalpalocco) lo sport da fare, senza escludere la libertà di poter uscire dal cancello di casa senza paura. Il contatto con le scuole italiane e i nuovi amici.
Quando sono emerse e hai conseguentemente assecondato le tue doti artistiche che ti hanno indirizzato verso l’arte orafa? In quale occasione e che oggetto artistico hai realizzato per il maestro Franco Califano?
Verso i 15 anni ho incominciato il mio cammino con una scuola professionale, all’epoca all’avanguardia, perché mi piaceva molto disegnare e creare qualcosa con le mani. Mia zia lavorava da Fumis, gioielleria storica in voga anche oggi in centro, e notando le mie capacità mi ha indirizzato verso questa professione. Per Franco Califano ho realizzato un anello da uomo con sopra due metà di onice e lapislazzulo che rappresentano i colori della squadra alla quale lui era tifoso: l’Inter, anche se non era il suo sport preferito. Fu un periodo stupendo per la frequentazione con alcune cene negli anni avvenire. Anche se non è l’unico personaggio nel mondo dello spettacolo al quale ho realizzato dei gioielli.
Il sociale è molto presente nella tua vita, infatti non solo sei solito partecipare alla campagna contro ogni abuso fisico e mentale verso le Donne, ma supporti anche varie associazioni tra le quali quella dell’Alzheimer, dimostrando così concretamente il tuo impegno nella difesa di intangibili valori umani.
Sì, credo molto nel sociale e penso che l’arte deve essere mezzo di comunicazione per diffonderlo. In questo caso si dona anche, perché realizzare un oggetto da indossare o una scultura nasce sempre da un’idea creata dal nulla, che esce fuori con violenza, trasformandosi in emozione da trasmettere e far provare. Le emozioni contano in un’era dove ci fanno credere che l’usa e getta sia la cosa principale da portare avanti, ma non è così. Per l’associazione Rotary Club, sono socio onorario per il mio impegno sociale, cosa di cui vado molto fiero.
Oggi è San Valentino. Tu che sei creatore privilegiato di anelli, credi che la tradizione antichissima (risalente all’antico Egitto) dello scambio tra uomo e donna sia una semplice “romanticheria” o alluda anche a una connotazione erotica (dito/anello)?
L’anello non è una romanticheria, nel rito di unione di una coppia degli antichi Egizi c’era quello di tracciare a terra un cerchio intorno alla coppia a simboleggiare l’unione, per la scelta della mano è la mano del cuore e così anche per il dito. Ho fatto una ricerca su dove si prova a dare ad ogni dito della mano il suo significato. Ma se poi dobbiamo buttarla sul ridere metterei, con le mani tu puoi sbucciar le cipolle, di Zucchero.